News

IL MANAGER DELLA SICUREZZA: BREVE INTERVISTA ALL’AVV. LORENZO FANTINI

A seguito dell’evento del 25 maggio abbiamo aperto un dialogo con i Manager della Sicurezza.

Considerato il successo dell’intervento del preparatissimo Avvocanto Lorenzo Fantini, abbiamo deciso di intervistarlo brevemente su quelli che, a nostro avviso, sono stati i temi caldi del nostro incontro.

Di seguito pubblichiamo l’intervista e cogliamo l’occasione per ricordare che anche il prossimo anno Sicer proporrà un nuovo appuntamento di approfondimento su queste tematiche. Nel frattempo abbiamo in programma un fitto calendario di proposte formative per RSPP, ASPP, Dirigenti e Preposti, proposte che vogliono essere di spunto per nuove soluzioni in azienda, come il corso sulla felicità nelle organizzazioni o  i moduli di aggiornamento su comunicazione e formazione. Non esitate a chiederci informazioni e chiarimenti: formazione@sicersrl.com, tel. 051.0390853

 

INTERVISTA ALL’AVV. LORENZO FANTINI

  • Sicer La Sentenza Thyssen ha messo in evidenza il ruolo di responsabilità del RSPP?

Avvocato Fantini: La sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del 18 settembre 2014, n. 38343, la più importante tra quelle che sono state pubblicate nella tristemente nota “vicenda Thyssenkrupp”, esemplare per moltissimi alti profili, sul punto è ampiamente criticabile. Infatti, la responsabilità di uno degli imputati viene dapprima riconosciuta come dirigente (in quanto soggetto che, nell’ambito della organizzazione aziendale, era chiamato a controllare la manutenzione degli impianti) “di fatto” e, quindi, come RSPP, quasi che quest’ultimo ruolo integrasse una vera e propria “posizione di garanzia” che avrebbe condotto comunque alla condanna del soggetto, anche qualora non fosse stato un dirigente. Questo ultimo orientamento non è condivisibile perché le funzioni del RSPP, come la giurisprudenza continua a sottolineare, non sono affatto operative ma consulenziali rispetto alle azioni che datore di lavoro e dirigenti devono realizzare.

  • Sicer Quanto e come potrebbe essere d’aiuto l’asseverazione di modelli di organizzazione e gestione?

Avvocato Fantini:La condizione necessaria perché l’asseverazione dei modelli possa innescare “processi virtuosi” in termini prevenzionistici è che il procedimento per l’asseverazione sia connotato da serietà e competenza e non si traduca in un mero controllo documentale. A tale riguardo evidenzio che l’articolo 30 del d.lgs. n. 81/2008 prevede che i modelli di organizzazione e gestione idonei ad avere efficacia esimente rispetto alla “responsabilità amministrativa delle persone giuridiche di cui al d.lgs. n. 231/2001, e successive modifiche e integrazioni non vanno solo “adottati” ma debbano essere “efficacemente attuati”. Quindi, asseverazione deve significare reale controllo della esistenza ed efficace attuazione del modello.

  • Sicer Quali sono le difficoltà nell’applicazione del sistema di asseverazione?

Avvocato Fantini: L’idea, ripeto, che a qualcuno potrebbe sembrare suggestiva ma che è semplicemente sbagliata, che l’asseverazione sia una sorta di “scorciatoia” per avere un modello con una “attestazione” (se non proprio una certificazione) di un soggetto terzo (che in questo caso è l’organismo paritetico).

  • Sicer Qual è la strada che sta prendendo il ruolo del RSPP?

Avvocato Fantini: La figura del RSPP sta avendo una repentina evoluzione, in una direzione a mio parere evidente. Infatti, un buon RSPP non deve più essere solo un ottimo “tecnico” ma un soggetto in grado di trovare soluzioni prevenzionistiche adatte al contesto organizzativo aziendale di riferimento comunicandole in modo efficace ai propri interlocutori. Un ruolo, quindi, di maggiore managerialità, per quanto in un contesto pur sempre consulenziale (circostanza non sempre colta nelle sentenze relative alla responsabilità professionale del RSPP).

  • Sicer Cosa possiamo ricordare agli imprenditori italiani per mettere in evidenza l’importanza della sicurezza in azienda?

Avvocato Fantini: Che decidere di spendere in sicurezza significa fare un investimento ad altissima redditività, oltre che socialmente apprezzabile. Come dimostrano studi europei (in particolare, una ricerca del 2012 presentata ad Instanbul) un euro investito in salute e sicurezza ha un ritorno economico, in pochi mesi, pari a 2,2 euro, perché si evitano costi quali quelli da sostegno dei lavoratori infortunati, sostituzione del lavoratore, perdita di produttività e simili. Chi stanzia adeguate somme per la progettazione e gestione della prevenzione di infortuni e malattie professionali non spende ma investe.

Vedi più
articoli